Era felice di andare a fare la spesa, anche se non poteva mai prendere nulla. Le confezioni colorate delle caramelle erano in ogni caso così belle, che a lui piaceva anche solo guardarle. Non faceva i capricci, perché i capricci nascono dalla possibilità che una cosa la si possa ottenere, come il sedersi dentro il carrello della spesa che la mamma non prendeva mai. Ci bastano le mani – diceva.
Filippo non sapeva che il prezzo al kg viene scritto in piccolo sulle etichette dei prodotti, però notava che sua madre si chinava sempre a guardare i cartellini dei prezzi, mentre altri prendevano senza guardare. Non conosceva ancora il valore dei soldi, ma notava che molte persone, in cassa, mettevano la spesa nei sacchetti in silenzio, mentre la madre domandava più volte se uno sconto fosse stato segnato.
Al momento di pagare, vedeva la madre frugare sempre nel borsellino, mentre molti altri usavano delle carte magiche che non venivano neanche toccate dalla cassiera. Filippo non sapeva di essere diverso, e in fondo non lo era, ma percepiva un’espressione sul volto della madre, attenta, concentrata, diversa da chi, invece, sceglieva le cose tra gli scaffali come se queste fossero già sue e si trovassero nella dispensa di casa.
Un giorno, mentre aspettavano di pagare, chiese alla madre perché non avessero anche loro quelle carte da usare. La signora con guanti e mascherina, alla quale sentiva dire sempre poche parole, guardò prima negli occhi la madre e poi, come una carezza data in mezzo al mare in burrasca mentre con l’altra mano si cerca di aiutare qualcuno a non affondare, sussurrò a Filippo:
– Perché le monetine valgono di più.
Ora, ogni volta che arrivano alla cassa, dovreste vederlo mentre osserva la madre cercare le monete nel borsellino… si irrigidisce e tira su il petto Filippo e, senza conoscere il vero motivo, è fiero di sua madre.